La nuova produzione de Il barone rampante al Piccolo Teatro di Milano, diretta da Riccardo Frati, è un omaggio vibrante e poetico al capolavoro di Italo Calvino. Lo spettacolo riesce a catturare la leggerezza e la profondità del romanzo, trasportando il pubblico in un mondo sospeso tra cielo e terra, dove la ribellione di un giovane diventa una metafora della libertà e della ricerca di sé.

La regia di Frati si distingue per la capacità di dare forma visiva a un’opera che vive di immagini e suggestioni. La scelta di ambientare la storia in una scenografia astratta e minimalista, firmata da Guia Buzzi, è vincente: un intreccio di scale sospese e drappi occupano tutto il palco, suggerendo l’intrico degli alberi che accolgono Cosimo nella sua avventura. Gli attori si muovono con agilità su queste strutture, dando l’illusione di un continuo salire e scendere tra i rami, accentuando la sensazione di libertà e sospensione tipica del protagonista.

L’uso sapiente delle luci e dei colori contribuisce a creare l’atmosfera fiabesca e surreale del romanzo. Le tonalità calde e i giochi di ombre suggeriscono le diverse ore del giorno e le stagioni che passano, scandendo il tempo della storia senza bisogno di ulteriori elementi scenici. Il risultato è un bosco immaginifico, che sembra crescere e trasformarsi sotto gli occhi degli spettatori.

I costumi di Gianluca Sbicca sono un altro punto forte dello spettacolo. Pur ispirandosi al Settecento, la scelta di abiti dalle linee più rigide per i personaggi adulti, e più sciolte e colorate per Cosimo e Viola, sottolinea visivamente il distacco del protagonista dalle convenzioni sociali.

L’intero cast riesce a infondere alla giostra dei personaggi la giusta dose di curiosità, coraggio e un pizzico di malinconia: (in ordine alfabetico) Mauro Avogadro, Nicola Bortolotti, Matteo Cecchi, Leonardo De Colle, Michele Dell’Utri, Diana Manea, Marina Occhionero 

La forza dello spettacolo sta nella capacità di restituire la magia e la leggerezza dell’opera di Calvino. Ogni elemento — dalle scene ai costumi, dalle luci alle musiche — concorre a creare un’esperienza di sospensione, dove la storia di Cosimo, ragazzo ribelle che sceglie di vivere sugli alberi senza mai più scendere, diventa un inno alla libertà e alla ricerca di un punto di vista diverso sulla realtà.

Nonostante alcune scelte registiche possano apparire ardite, come l’uso di pochi oggetti scenici e una certa stilizzazione nei movimenti, lo spettacolo riesce a mantenere l’attenzione e l’emozione del pubblico alta per tutta la durata. È un viaggio sensoriale che lascia spazio all’immaginazione, senza mai tradire l’essenza del romanzo.

La messa in scena de Il barone rampante al Piccolo Teatro di Milano è un successo di grande impatto visivo ed emotivo. Riccardo Frati riesce a cogliere lo spirito del libro e a trasporlo in un linguaggio teatrale moderno e suggestivo, capace di parlare a spettatori di tutte le età. È una rappresentazione che merita di essere vista, per la sua capacità di far riscoprire il potere dell’immaginazione e l’importanza di cercare sempre, come Cosimo, una propria strada, anche se questo significa vivere tra i rami degli alberi.

Alberto Raimondi