Di Alessandro Mormile
Nell’estate del 2008 mi recai appositamente al Festival di Aix-en-Provence, dove l’oratorio di Händel Belshazzar veniva messo in scena. Dirigeva René Jacobs.
Desideravo ascoltare il controtenore americano di origini indiane Bejun Mehta. Sui palcoscenici italiani ancora non lo si conosceva e il Teatro alla Scala ha avuto il merito di invitarlo, in anni più recenti, per opere di Händel, prima per Tamerlano (2017), oggi per lo splendido Giulio Cesare; poi, nella prossima stagione, tornerà per un Recital, in programma il 19 aprile 2020.
Dopo averlo sentito in questa imperiosa aria, “Destructive War”, mi resi conto che tutto stava per cambiare: alcuni controtenori erano finalmente approdati a quei traguardi che li rendevano capaci di avvicinare le parti che un tempo furono dei castrati senza scendere a compromessi e a forzature vocali.
Quelle che si erano definite voci “false” e “costruite” divenivano protagoniste di simili prodigi.
Le fondamenta per la nascita del controtenore moderno, quello virtuoso, spericolato ed insieme timbrato, erano definitivamente gettate.
Ebbi occasione di riflettere in maniera più approfondita su questo argomento e arrivai a scriverci anche un libro: “CONTROTENORI. La rinascita dei “nuovi angeli” nella prassi esecutiva dell’opera barocca” (Zecchini Editore, 2010, pagine 218), proprio nel momento in cui controtenori come lui – e penso a Max Emanuel Cencic – si affacciavano alla ribalta; di lì a poco giunse anche Franco Fagioli e poi molti altri.
Eppure sentire quest’aria desta ancora impressione: due minuti e poco più di pura vertigine belcantistica. Bejun Mehta giganteggia nel canto di agilità e Réne Jacobs lo accompagna con travolgente dinamismo e tempi incalzanti.
Ecco perché alcuni pensarono allora a Bejun Mehta come alla Marilyn Horne dei controtenori.
La classe con la quale Mehta calca in questi giorni il palcoscenico alla Scala lo rende, ancora oggi, un controtenore di levatura storica.
27 ottobre 2019
Belshazzar di Händel
Aria di Cyrus “Destructive War”
Bejun Mehta, controtenore
Réne Jacobs, direttore