Francesca Degiorgio (a cura di), Caro Ferro

Il carteggio tra Ferruccio Pagni e Giacomo Puccini nell’Archivio di Torre del Lago

Casa Ricordi S.r.l., Milano 2024, pp. 219, 37,00 €

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Caro «Ferrochina», «Bruglioro», «Ferro», «Trabiccolone», «Bronzo»: alcuni degli scherzosi appellativi con i quali Giacomo Puccini apostrofa il pittore Ferruccio Pagni (Livorno, 11 settembre 1866 – Torre del Lago, 20 novembre 1935), ironizzando sul suo nome di battesimo. Un’amicizia, quella tra Puccini e Pagni, durata trentatré anni e testimoniata nel Carteggio 1891 – 1924 comprendente centocinquantasei tra lettere, cartoline, cartoline illustrate, di cui otto senza data certa, oltre riproduzioni di foto con dedica.

Il volume, molto ben curato da Francesca Degiorgio, arricchito da interessanti approfondimenti iniziali di Francesco Cesari e da un’esaustiva Introduzione, mette in evidenza un ulteriore aspetto di Puccini: le sue espressioni colorite, scurrili, goliardiche e blasfeme, dimostrano ancora quanto il soggetto artistico del lucchese sia diametralmente opposto a quello biografico. Il libro contiene pure corrispondenza intercorsa con Plinio Nomellini, Carlo Paladini, Francesco Fanelli e altri; le date, i luoghi e anche gli orari delle missive, contribuiscono a stabilire con esattezza gli itinerari di Puccini. Nel materiale cartaceo, Puccini non scrive mai a Pagni circa le problematiche causate dalle gestazioni delle sue opere nuove; solo dove saranno rappresentate. I temi trattati sono di natura confidenziale e di complicità, come si evince dalla nutrita corrispondenza dove Puccini ha una complice intesa con Pagni sull’affaire Corinna. Con il pittore, che gli faceva da intermediario per tener nascosta la faccenda, Puccini mostra anche il suo lato un po’ guascone, vantandosi dei momenti trascorsi con “Cori” (lettera del 7 dicembre 1900). Molto probabilmente, qualche scandalo non meglio identificato sarebbe accaduto a Torre del Lago, come testimonia una lettera del giugno 1900 scritta da Puccini quando si trovava a Londra. In essa, scrivendo a Pagni, Puccini lo implora di «fuorviare le chiacchiere» e cita Guido Manfredi, la sorella Tomaide e altre persone di Torre; un piccolo “giallo” rimasto irrisolto. In seguito, nel 1909, Puccini si troverà ad affrontare di nuovo i Manfredi per il suicidio di Doria.

La lettura scorre piacevole e un po’ voyeuristica, poiché gli argomenti riguardano in modo prioritario la quotidianità domestica e il tema “Corinna” assume la visione di cronaca rosa.

Le trascrizioni della corrispondenza sono riportate molto fedelmente, inclusi gli schizzi e disegni che Puccini era solito inserire; fedeltà di trascrizione pure nelle punteggiature, sottolineature e cancellazioni. Un ottimo aiuto al lettore la cura delle annotazioni a pie’ di pagina, con indicati – a esempio – i significati delle parole scritte in dialetto lucchese. Molto ricca e preziosa l’Appendice, dove sono trascritte narrazioni di Pagni sugli incontri galanti di Puccini, descritte con dovizie di particolari; altrettanto preziosa la Personalia: in essa sono elencati in ordine alfabetico le persone citate nei testi e i loro ruoli. Completano l’ottimo lavoro le illustrazioni e l’indice dei nomi e dei luoghi.

Anche questa pubblicazione appartiene all’iniziativa editoriale: Carteggi dell’Archivio Puccini promossa dalla Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini di Torre del Lago. Il materiale trascritto è contenuto nel fascicolo Acquisti e donazioni. Raccolta Pagni custodito nell’Archivio torrelaghese.

Roberto Del Nista

(agosto 2024)