Concerto vocale strumentale per le celebrazioni pucciniane

Per la seconda volta la struttura del “Lucca Summer Festival”, ospita un concerto dedicato alla lirica e dedicato a Giacomo Puccini; in precedenza una serata analoga si svolse in piazza Napoleone il 27 luglio 2018 nell’occasione del centosessantesimo dalla nascita del lucchese.

A distanza di sei anni, nella ricorrenza del centenario della morte, si ripete l’esperienza organizzata in modo completamente diverso, assai più magniloquente e bivalente, poiché in questa stessa occasione si festeggia il ventennio di vita dell’Orchestra “Luigi Cherubini”, con la presenza sul podio del suo fondatore: Riccardo Muti. Ben centoventi orchestrali, tra i senior e gli junior, danno vita ad una singolare serata – trasmessa in diretta RAI in mondovisione – con punto focale la lettura di alcune partiture pucciniane nella prassi esecutiva dettata dalla pluriennale esperienza di Muti; gli interpreti vocali – selezionati dallo stesso Muti – Luciano Ganci, Eleonora Buratto, Dmitry Korchak, Francesco Meli, Lidia Fridman e Mariangela Sicilia, si alternano nelle arie più popolari in una sequenza un po’ disorientante, poiché non segue il percorso cronologico delle composizioni del lucchese: elemento utile per conoscere la progressiva maturazione di Puccini.

Per le sue caratteristiche costruttive, la struttura ospitante il concerto – concepita per le esibizioni di pop e rockstar invitate dal Summer Festival – nonché la pessima, improponibile e imbarazzante dislocazione dei posti riservati alla stampa, non ci permette una valutazione oggettiva degli interpreti vocali, supportati da un’amplificazione con qualche decibel di troppo; amplificazione che snatura pure le dinamiche orchestrali nei forti e fortissimi. La complessiva lettura di Muti si evidenzia nelle scelte del direttore in agogica (puntualizzata con ampi respiri) e dinamica, polarizzata sull’elasticità propria dei singoli brani, impreziositi dalle corpose e compatte sonorità dell’Orchestra Cherubini.

A condurre la serata con leggerezza (a volte sopra le righe), Serena Autieri.

L’intero concerto, unisce cultura pucciniana a mondanità: tra i circa seimila spettatori, spiccano le presenze di Dustin Hoffman, Peter Greenaway e Simona Ventura; tra le autorità presenti figurano il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano; il Sottosegretario Gianmarco Mazzi; il presidente della Corte Costituzionale, Augusto Antonio Barbera; il Segretario generale della Corte, Umberto Zingales; il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani; il sindaco di Lucca, Mario Pardini.  

La realizzazione dell’evento è dovuta al Comitato Promotore delle Celebrazioni Pucciniane (adesso disciolto), istituito dalla Presidenza del Consiglio nel 2022, in partecipazione con il Comune di Lucca e il Teatro del Giglio, nonché in collaborazione con Rai Cultura, SIAE, LuccaSummerFestival, “D’Alessandro & Galli”.  Abbiamo accennato prima come la struttura ospitante la manifestazione, allestita all’aperto sul cosiddetto Campo Balilla, ai piedi delle storiche mura, si sia rivelata del tutto inadeguata ad accogliere un pubblico molto diverso dai fan delle rockstar.

Alcuni punti salienti. Corridoi di accesso simili a un labirinto, da percorrere (abbastanza a lungo) su un terreno scomodo; durante il percorso, numerosi ‘posti di blocco’ filtranti, dove il personale di sorveglianza perquisisce letteralmente le borsette delle signore e, in una successiva postazione, si passa sotto al metal detector (sic!). Imbarazzante e offensiva la dislocazione dei posti, suddivisi fisicamente tra spettatori di serie A, B, C e pure D; inaccettabili i posti riservati a stampa e ospiti, sistemati alla peggio su tavolacci in legno sovrapposti in modo da creare una sorta di scomodissima ‘scalinata’, la cui alzata dei singoli gradini è pari più o meno a trenta centimetri: ciò non consente una comoda seduta come ci si aspetterebbe e che dovrebbe permettere una visione e un ascolto adeguati; il risultato finale (dopo due ore in quelle posizioni punitive) è di sentirsi come Quasimodo o Rigoletto. Da evidenziare come tale ‘tribuna’ (così definita dagli organizzatori) collocata a lato e distante dal palcoscenico, consente solo di vedere e ascoltare attraverso i maxischermi. C’è pure da sottolineare la stridente frizione tra gli estremi controlli all’ingresso e l’assenza delle più elementari norme di sicurezza richieste per legge: infatti, la suddetta ‘tribuna’ è sorretta da tubi Innocenti i cui giunti metallici (taglienti) dell’impalcatura sono del tutto privi delle protezioni richieste per tali giunzioni: urtandole è assai facile ferirsi. Da quanto riportato, abbiamo avuta la netta impressione che stampa e alcuni ospiti siano stati ‘declassati’ – non si sa bene da chi – come di serie D ed entrambi non fossero (e non fossimo) affatto graditi.

Suggeriamo a tutti gli organizzatori coinvolti in questa operazione, se in futuro dovesse ripetersi un evento analogo, realizzarlo nelle strutture deputate.

Roberto Del Nista

Photocredits: Francesco Prandoni